dal sito: Da http://www.rodc.org/ Il 18 novembre 1948 S.E. Federico Cornaro (1890-1961), magistrato in Torino, legittimo discendente e depositario del patrimonio araldico della reale dinastia Lusignano-Cornaro, conforma e riattiva il Reale Ordine di Cipro detto della Spada e del Silenzio nella neo Repubblica Italiana con A. P. 410 vol. 723 (G.U. 141 del 23.11.1948) assumendo la carica di Serenissimo Gran Maestro. Nascita dell'Ordine Nell'anno di grazia 1193 (confermato anche nel Trattato della Cavalleria edito ad Amsterdam nel 1721), ricorrendo la festività dell'Ascensione, nella Cattedrale di Nicosia, dedicata a Santa Sofia, Guy de Lusignan - Gran Contestabile del Regno di Cipro e già re di Gerusalemme - con 300 feudatari e baroni di varie nazionalità ma prevalentemente francesi, fondava il Reale Ordine di Cipro con l'intento di commemorare l'inizio della sovranità - concessa da Riccardo Cuor di Leone - dei Lusignan su Cipro. Con particolare fasto e religiosa solennità venne celebrata la cerimonia, che impegnava e legava i sudditi alla difesa della fede e del Regno e a portare le popolazioni indigene in seno alla Chiesa Cattolica Latina, per sempre più accrescere la potenza e il decoro della dinastia. Il Contestabile del Regno e, in sua assenza il più anziano Barone Cavaliere, potevano conferire le nomine, ricevendo dai nuovi cavalieri il prescritto giuramento, che era quello espresso nell'orazione pronunciata da Guido di Lusignano al momento della fondazione dell'ordine nel corso della cerimonia nella Cattedrale di Santa Sofia in Nicosia e sanciva che Il giuramento " ...si dà la Collana dell'Ordine e Spada, perché (.. il Cavaliere sia) impegnato al mantenimento della Chiesa Cattolica Apostolica Romana, per lo servigio del Re, per lo sostegno della Giustizia, per la protezione a la difesa delle vedove e degli orfani e per la tranquillità del popolo". (Santamaria - Dissertaxioni storiche e critiche sopra la Cavalleria Antica e Moderna - 1761, pagg. 133 a 134). Cavalieri della Spada e del Silenzio L'investitura impegnava i cavalieri a opporsi a sbarchi e invasioni dell'isola, alle scorrerie degli infedeli, alla conservazione del regno e alla loro fedeltà, "in silenzioso agire", talché l'ordine fu detto anche "della Spada a del Silenzio": l'insegna era appunto una collana composta di nodi di Salomone in seta bianca con intrecciate le lettere `R' e `S' scolpite in oro e, pendente dalla collana, un medaglione ovale in oro, contenente una spada dalla lama d'argento, incrocicchiata dalla lettera ‘S'. Gli Statuti dell'Ordine prescrivevano inoltre l'esercizio delle armi per la difesa della Religione, il più assoluto segreto sugli affari di Stato a dell'Ordine che essi trattavano, la costante lealtà verso il Sovrano, il dovere di difendere i poveri ed i deboli, applicandosi alla pratica volontaria della carità. Il motto originale dell'Ordine era "POUR LIALTE' MAINTENIR" (riportato anche alla reggia di Asolo dalla regina Cornaro) mentre sul simbolo dell'ordine campeggiava "PRO FIDE SERVANDA" Ai cavalieri fu data la regola di S. Basilio. Gran Maestri dell'ordine erano gli stessi re. L'Ordine si distinse per lo splendore della sua origine regale, i titoli di nobiltà, il valore militare e le ricchezze dei suoi appartenenti. Estese il suo potere e le sue considerevoli fortune non solo nell'isola di Cipro, ma in tutta l'Europa; infatti, come si rileva dalle cronache del tempo, vennero decorati delle sue insegne i membri delle più illustri famiglie, specialmente italiane a francesi data l'intensa attività non solo militare ma anche diplomatica a commerciale che i Re di Cipro svolsero per parecchi secoli con la Curia Romana a molti Stati Europei. Con Ugo III, discendente dai Principi d'Antiochia, il Regno di Cipro visse tempi di splendore; nonostante le pretese e la rivalità di Maria d'Antiochia e di Carlo d'Angiò, egli si impadronì del trono di Gerusalemme allora vacante. Ma i Maomettani incombevano e lo costrinsero ad asserragliarsi nella sua Isola, dove si manifestò mecenate non comune nelle belle arti e con la costruzione di importanti monumenti. Quando il Gran Maestro dell'Ordine di Malta, Giovanni de Villiers, non volendo abbandonare il campo della lotta nel Levante Mediterraneo, trovò sicuro rifugio in Limisso, ebbe possibilità grazie a Re Enrico, figlio di Ugo, di riorganizzarsi talché l'Ordine di Malta (San Giovanni di Gerusalemme) da milizia terrestre si trasformò in una organica a perfetta armata navale, richiamando da varie nazioni nuovi Cavalieri. Il suo successore, Folco di Villaret, suo nipote, constatato the l'Ordine non poteva rimanere vassallo del Re di Cipro, si trasferì a Rodi, dove con l'aiuto di navi genovesi a cipriote, dopo un breve assedio tolse tale isola al decadente Impero Bizantino, era l'anno 1308. In continua evoluzione, il regno di Cipro si valse anche degli apporti culturali italiani, tramite le repubbliche marinare. Nobili e alti funzionari francesi, italiani e tedeschi entrarono in quei periodi a far parte del Reale Ordine dei Cavalieri di Cipro contribuendo allo sviluppo del Regno di Cipro e della Cristianità. Genova e Venezia, in particolare, ebbero parte preponderante non solo nei commerci, ma anche nelle vicende politiche dell'isola, sicché nei secoli XIII e XIV Cipro fu regione di insediamento e di propagazione della civiltà occidentale. Cipro, i Cavalieri di Cipro e la Serenissima Intorno al 1470 Re Giacomo II cercò l'alleanza diretta con Venezia e nel 1472 sposò la veneziana Caterina Cornaro pronipote del Doge Marco e figlia adottiva della Repubblica, la quale portò in dote ben centomila ducati. Giacomo II muore nel 1473 lasciando la moglie Caterina incinta. La Regina Caterina Cornaro governò in nome del figlio Giacomo III, che poco dopo morì anch'esso. Per quattordici anni la regina Caterina rimase sul trono di Cipro sotto il protettorato della Serenissima. Nel 1488 Caterina Cornaro cedette l'Isola - come "stato da mar" - a Venezia e si ritirò ad Asolo, con al seguito la scorta dei Cavalieri di Palazzo, "dove tenne splendida corte". Dopo la morte della Regina, l'Ordine fu sotto il diretto controllo dei Dogi che assunsero quindi anche la carica di Gran Maestro. Tale Magistero si protrasse fino al 1797 con Doge Lodovico Manin, centoventesimo e ultimo Doge di Venezia prima dell'era napoleonica. |